Vivere la nudità per aprirsi all’incontro con Dio

Il vescovo di Rieti monsignor Domenico Pompili presiede la messa nel Santuario della Spogliazione

Presentato il libro di padre Maranesi, intensa catechesi di suor Elena Gozzi e padre Alceo Grazioli

ASSISI – “La fede è nuda perché può contare solo su se stessa”. Lo ha detto il vescovo di Rieti monsignor Domenico Pompili durante la celebrazione eucaristica di giovedì 17 maggio al Santuario della Spogliazione. “Quando Francesco si spoglia – ha precisato il vescovo – non sta semplicemente contestando le strutture socio-economiche che già al suo tempo mostravano evidenti storture, ma sta facendo comprendere che l’uomo per definizione è nudo, cioè non ha in sé la sua forza. L’uomo può però riconoscere come Francesco, al termine di un lungo cammino, questa sua condizione senza lasciarsi distrarre da inutili surrogati che lo distolgono dalla sua creaturalità, perché l’essere creatura in realtà è il nostro punto di forza. Da questa percezione della nostra nudità accettata e non rifiutata nasce l’abbandono in Dio che è l’unico antitodo a due forme, oggi molto diffuse, nella nostra società che sono da un lato l’aggressività e dall’altro il vittimismo, due facce della stessa medaglia. Laddove non si accetta la condizione creaturale si diventa aggressivi, perché si pensa di scaricare sull’altro le colpe di tutto ciò che non va oppure si diventa vittime, cioè persone che si autocompiangono. In entrambi i casi non si accetta la nostra condizione che è quella di essere nudi. Noi dobbiamo assumere il compito di vivere la nudità. La nudità -ha continuato – è la condizione per cui l’uomo non si chiude in se stesso, ma si apre in questa invocazione della salvezza. Solo chi è in questo stato di nudità ha la capacità di non ripiegarsi su se stesso, di non contare su presunte forme di protezione esteriore e perciò di aprirsi all’incontro con Dio”. Al termine della celebrazione eucaristica è seguita la presentazione del libro intitolato “Chi è mio Padre? La spogliazione di Francesco d’Assisi e Pietro di Bernardone” di padre Pietro Maranesi. Mentre in serata padre Alceo Graziani e suor Elena Gozzi hanno affrontato il tema del discernimento nell’arte. “Non c’è discernimento senza combattimento”. Lo ha precisato padre Alceo all’inizio della catechesi durante la quale ha anche anche spiegato come si compie la discrezione per Francesco. “La sua discrezione – ha spiegato – si compie nell’adorare la croce, nello spogliarsi per seguire Cristo, nel passaggio dall’amaro alla dolcezza, ricercando il tesoro nella grotta, nel combattimento, dialogando con il Padre sui desideri più profondi del cuore, nel restituire tutto all’Altissimo e nella misericordia con i fratelli”. Suor Elena Gozzi ha spiegato che l’arte ci permette di vedere con i nostri occhi il discernimento di Francesco ed ha indicato il percorso che ognuno di noi deve attraversare spiegandone il significato attraverso l’illustrazione delle vele che si trovano sopra l’altare maggiore della Basilica Inferiore di San Francesco. “Queste vele – ha sottolineato – sono una miniera di spiritualità e di teologia”.

 

 

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