ASSISI – È andato a “Bethleem, la maison du pain”, un progetto per avviare un laboratorio di panificazione e altri prodotti da forno in cui ragazze e ragazzi, poveri e disagiati di Baïbokoum, una piccola città situata nell’estremo sud-ovest del Ciad, possano lavorare insieme, l’assegno da 50.000 euro del Premio internazionale Francesco d’Assisi e Carlo Acutis per una economia della fraternità, che ha visto la partecipazione, al Santuario della Spogliazione – Chiesa di Santa Maria Maggiore, del vescovo delle diocesi di Assisi – Nocera Umbra – Gualdo Tadino e di Foligno, monsignor Domenico Sorrentino, dell’imprenditore Brunello Cucinelli e del cardinale Luis Antonio Tagle, pro-prefetto del Dicastero per l’Evangelizzazione. Ad annunciare il progetto vincitore, nel corso della mattinata di sabato 20 maggio, moderata da Marina Rosati, direttrice dell’ufficio Comunicazioni sociali della diocesi, è stato il vescovo Sorrentino: “L’anno scorso il Papa con The Economy of Francesco ha avviato un processo di rinnovamento dell’economia, da noi tradotta in questo santuario come economia della fraternità, un processo di rinnovamento che sta sui passi di Francesco. Oggi il nostro abbraccio va a una terra lontana e povera, il Ciad, cui destiniamo 50.000 euro – per cui ringraziamo Dio e il cuore di alcuni benefattori – per mettere in moto un processo di una nuova economia in cui dal basso si aiutano persone che non hanno altro capitale che quello della fraternità”.
“Ringraziamo la diocesi di Assisi – Nocera Umbra – Gualdo Tadino – le parole del cardinale Tagle – per questo premio che promuove il rinnovamento e ci congratuliamo con i giovani vincitori che diventano agenti di una rinnovata fraternità ed economia. Vediamo gli effetti disumanizzanti e distruttivi di un’economia quando la cura di fratelli e sorelle perde il suo ruolo centrale. Bisogna dire no a un’economia che produce più schiavi che beni, in cui il bene comune viene ignorato e si produce più povertà che pane”.
Cucinelli, che ha realizzato il foulard con la riproduzione dell’affresco della rinuncia dei beni, presente nella sala della Spogliazione, che intende ricordare simbolicamente il mantello con cui il vescovo Guido coprì il corpo di san Francesco nel momento in cui si spogliò nella pubblica piazza e restituì i suoi averi al padre Pietro Di Bernardone, l’auspicio per un nuovo contratto sociale con il Creato: “La pandemia ci ha insegnato a guardare la povertà con occhio diverso e mi piace immaginare che è necessario un nuovo contratto sociale con il Creato. Di contratto sociale hanno parlato in molti, da Platone a Rousseau, e tra di loro si inserisce Francesco, che parlava con tutti: credo che adesso sia arrivato il momento di attivare un nuovo contratto sociale con il Creato, con l’aria, la terra, gli animali. E penso che questo sarà un secolo d’oro in tal senso, anche se abbiamo un problema molto forte da affrontare insieme, quello del lavoro, che è un problema generazionale: negli ultimi 30 anni abbiamo tolto dignità morale ed economica al lavoro operaio, ma dobbiamo ritrovare quell’equilibrio sentendoci tutti persone perbene e anime pensanti”. A ritirare l’assegno da 50.000 euro e ricevere il foulard di Cucinelli sono state la madre generale, suor Mary Melone e suor Brigitte Ndjenoyom, proprio del Ciad: “Grazie per questo gesto senza precedenti che traduce lo spirito di altruismo e generosità espressi dalla spogliazione di San Francesco di Assisi e che si concretizzano oggi nei gesti di aiuto ai più poveri. La crisi economica e sociale non risparmia nessun angolo di umanità e per molte popolazioni le possibilità di riscatto diventano più rare e inaccessibili: è il caso del Ciad, un vasto paese, ricco di materie prime, che sono però a beneficio delle grandi potenze a scapito della popolazione che vive in grande povertà. I giovani di questo Paese subiscono nella maggior parte dei casi violenze e non hanno risorse economiche; abbiamo cercato di concretizzare l’impegno per far lavorare i giovani insieme e utilizzando le risorse che la natura offre è possibile uscire dalla povertà e dare una speranza a questi giovani. Collaboriamo da 8 anni in questa piccola impresa, un panificio, ci siamo dovuti fermare perché si è rotto il forno. Abbiamo pregato e sperato che ci arrivasse aiuto, siamo stati ascoltati. Ora è arrivato il vostro gesto di carità alla nostra opera nata dal basso che rappresenta la realizzazione di una nuova economia capace di rendere i ragazzi più consapevoli delle loro potenzialità”.
SINTESI DEL PROGETTO
Mettendo i propri talenti in comune e utilizzando le risorse locali, il progetto “Bethleem, la maison du pain” vuol far sì che 12 giovani del Ciad, possano prendersi cura di sé stessi e della loro comunità attraverso un lavoro degno. I 12 giovani che si mettono insieme, grazie all’incoraggiamento e l’accompagnamento delle Suore Francescane Angeline in loco, sono poveri e scartati: ragazzi e ragazze di strada, esclusi dalle loro comunità a causa della malattia, considerata motivo di impurità, per esempio l’epilessia, orfani, disoccupati, una ragazza madre, un ragazzo con genitori affetti da epilessia e un altro con genitori non vedenti. Dall’agosto 2023 a giugno 2024, i giovani riceveranno una formazione permanente sull’economia di fraternità, sulla tecnicalità della panificazione e sull’uso degli strumenti durante e al di là del periodo della costruzione del laboratorio e dell’acquisto dei macchinari, previsto tra luglio a novembre 2023 e finanziati dal Premio per la start up, utilizzando largamente gli stakeholder e fornitori locali, ed operai delle città e dei villaggi vicini così da promuovere e sostenere l’economia locale.
Come ha spiegato monsignor Anthony Jesus Aleluia Figueiredo, coordinatore del Premio, membro del Cda della Fondazione diocesana di religione Assisi-Santuario della Spogliazione, il guadagno della vendita sarà reinvestito nell’acquisto delle materie prime e nella messa a regime della produzione che consentirà una retribuzione degna e regolare dei giovani coinvolti nella start up. In più, contando sull’aumento delle risorse finanziarie, derivanti dalla vendita del pane e di altri prodotti da forno sul mercato locale, utilizzando biciclette, tramite il porta a porta nei quartieri della città, nei mercati vicini e presso il panificio stesso, si intende estendere il modello utilizzato per la produzione ad altri prodotti culinari e allestire un piccolo laboratorio per la produzione dei saponi. Saranno utilizzate le risorse naturali e locali, come il karkadè o i semi di arachidi, coinvolgendo altri giovani in situazioni di miseria.