“Vi chiedo di rimanere attivamente uniti, costruendo su temi operativi veri e propri ponti fra i continenti, che portino definitivamente fuori l’umanità dall’era coloniale e delle diseguaglianze. Date volti, contenuto e progetti a una fraternità universale. Siate pionieri dall’interno della vita economica e imprenditoriale di uno sviluppo umano integrale. Mi fido di voi, e, non dimenticatelo mai: vi voglio molto bene”. È la parte finale del messaggio inviato dal Papa ai giovani di The Economy of Francesco, che si sono ritrovati per il Global Gathering in streaming dall’Istituto Serafico di Assisi.
Nel suo messaggio, letto da cinque giovani in cinque lingue diverse, in rappresentanza delle centinaia di partecipanti collegati, Papa Francesco invita a “lavorare a un’economia integrale” che si faccia “con i poveri e per i poveri: l’economia che uccide, che esclude, che inquina, che produce guerra, non è economia: altri – scrive il Pontefice – la chiamano economia, ma è solo un vuoto, un’assenza, è una malattia, una perversione dell’economia stessa e della sua vocazione. (…) Vorrei proporvi un’idea che mi sta molto a cuore, legata a quanto vi ho appena detto sulle tensioni interne all’economia: l’economia della terra e l’economia del cammino”.
Per quanto riguarda l’economia della terra, per Francesco “viene dal primo significato della parola economia, quello di cura della casa. La casa non è solo il luogo fisico dove viviamo, ma è la nostra comunità, le nostre relazioni, sono le città che abitiamo, le nostre radici. Per estensione, la casa è il mondo intero, l’unico che abbiamo, affidato a tutti noi. (…) Fare economia significa prenderci cura della casa comune, e questo non sarà possibile se non avremo occhi allenati a vedere il mondo a partire dalle periferie: lo sguardo degli esclusi, degli ultimi. Finora lo sguardo sulla casa che si è imposto è stato quello degli uomini, dei maschi, in genere occidentali e del nord del mondo. Abbiamo lasciato fuori per secoli – tra gli altri – lo sguardo delle donne: se fossero stati presenti, ci avrebbero fatto vedere meno merci e più relazioni, meno denaro e più redistribuzione, più attenzione a chi ha e a chi non ha, più realtà e meno astrazioni, più corpo e meno chiacchiere”. Quanto al cammino, Il Santo Padre ricorda che “Quando Francesco d’Assisi, a noi tanto caro, iniziò la sua rivoluzione, anche economica, in nome del solo vangelo, tornò mendicante, errante: si mise a camminare lasciando la casa di suo padre Bernardone. Quale via, allora, per chi vuole rinnovare dalle radici l’economia? Il cammino dei pellegrini è da sempre rischioso, intessuto di fiducia e di vulnerabilità (…) Cari giovani – l’invito del Papa – non abbiate paura delle tensioni e dei conflitti, cercate di abitarli e di umanizzarli, ogni giorno. Vi affido il compito di custodire la casa comune ed avere il coraggio del cammino”. Nel corso dell’evento il vescovo delle diocesi di Assisi – Nocera Umbra – Gualdo Tadino e di Foligno e presidente del Comitato di EoF, monsignor Domenico Sorrentino, ha portato il suo saluto ai giovani sottolineando che l’economia di Francesco è “l’economia di un mondo in cui ci riconosciamo fratelli e sorelle, fratelli e sorelle persino con la natura come indica il Cantico di frate Sole, e viviamo tirando tutte le conseguenze, anche economiche, di questa verità? Se riflettiamo bene, si tratta di una verità implicita nella stessa parola economia: oikos – nomos. Oikos è la casa, ma anche la famiglia, e dunque il luogo della fraternità. L’economia è la fraternità applicata alla gestione della ricchezza”. Il coordinatore scientifico di EoF, Lugino Bruni, ha spiegato invece il titolo di questo IV evento globale dal titolo: “La 25esima ora”, sottolineando che l’ora in più, la 25esima, è speranza, “perché, quando nella Bibbia alla terra è donata una nuova speranza, il segno è l’Emmanuel, un bambino, un giovane. Lo aveva detto Papa Francesco nel suo messaggio a EoF nell’ottobre del 2021: ‘Voi siete l’ultima generazione che ci può salvare, non esagero’. Oggi ad Assisi si celebrano la responsabilità e la gioia di questa ora donata. È l’ora della gratuità, l’ora che poteva non esserci e che invece c’è”. A sottolineare invece la necessità di non lasciare indietro nessuno ci ha pensato la presidente dell’Istituto Serafico e membro del Comitato, Francesca Di Maolo. “Dalla parte dei fragili si maturano nuove visioni capaci di dare slancio a un rinnovamento reale della società e dell’economia. L’economia, come sottolineato dal Pontefice, si articola nella teoria degli opposti e può essere dicotomica: ‘buona’ o ‘cattiva’. Ecco perché proprio da qui, dal Serafico, vogliamo lanciare un appello alla ‘generazione EoF’, auspicando che l’economia del futuro sappia essere Madre, e non Matrigna, materna nei confronti di tutti i suoi figli, specialmente dei più fragili. Un’economia materna, infatti, è chiamata a nutrire la vita, a coltivarla e a farla fiorire senza creare disuguaglianze e senza guardare solo al profitto; un’economia materna – ha aggiunto – ha a cuore ogni vita nonostante la fragilità. Solo così, percorrendo quella che Papa Francesco ha definito l’’economia del cammino’, sarà possibile assicurare uno sviluppo per tutti gli uomini della terra, riprogettando un mondo giusto, equo e senza più esclusi, in cui tutti possano vivere una vita piena”. Nel corso del “Global Gathering”, durato circa tre ore e animato dai giovani con contributi provenienti da tutte le parti del mondo, sono stati presentati anche due progetti, uno di alfabetizzazione digitale e di imprenditoria per i migranti realizzato da accademici cileni ed uno per dare alle popolazioni indigene delle Filippine l’accesso all’acqua potabile e non inquinata.