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Come uscire dalla crisi nel libro del vescovo di Assisi

È uscito l’ultimo libro scritto dal vescovo Sorrentino: “Crisi come grazia. Per una nuova primavera della Chiesa”

Un capitolo è dedicato al Coronavirus e alle possibilità di rinascita da cui ripartire

ASSISI – È già in edicola l’ultimo libro scritto dal vescovo della diocesi di Assisi – Nocera Umbra – Gualdo Tadino, monsignor Domenico Sorrentino, intitolato “Crisi come grazia. Per una nuova primavera della Chiesa”, pubblicato da Edizioni Francescane Italiane.

Il libro, dedicato ai sacerdoti e religiosi diocesani, perché se ne facciano testimoni anche con i fedeli, è stato loro donato dal vescovo in occasione della santa messa crismale, celebrata sabato 30 maggio nella cattedrale di San Rufino, durante la quale i presbiteri hanno rinnovato le promesse fatte nel giorno della loro ordinazione sacerdotale.

Quale futuro per la Chiesa? Quali prospettive per i cristiani? Quanto riuscirà a essere incisiva la proposta evangelica di papa Francesco per una Chiesa missionaria attenta agli ultimi e al Creato? Sono queste alcune delle domande alle quali il vescovo, nel libro, cerca di dare una risposta. Attraverso la Sacra scrittura, il magistero della Chiesa, le encicliche, le fonti francescane e una ricchissima bibliografia monsignor Sorrentino spiega come può e deve ripartire la Chiesa, prendendo a prestito l’immagine insuperabile di Francesco che, davanti al crocifisso di San Damiano, si sente dire: «Va’, ripara la mia casa che, come vedi, è tutta in rovina». L’autore rappresenta la crisi odierna attraverso un triangolo isoscele che raccoglie nell’angolo superiore la crisi del pensiero e nei due angoli di base la crisi delle relazioni e quella della solidarietà. Un’immagine semplice per indicare come, sotto i colpi di una secolarizzazione dilagante, la società cristiana sia ormai, dove più, dove meno, alle spalle. Molte parrocchie sopravvivono solo per l’allungamento dell’età media. I ragazzi, ricevuta la cresima, si riducono a presenze sparute. Le vocazioni sacerdotali e religiose scarseggiano. C’è marcata distanza tra le convinzioni religiose e la prassi morale-sociale. Tante famiglie cristiane sono infettate dal virus della divisione a discapito del matrimonio, dell’accoglienza della vita, della serenità dei bambini. Un quadro doloroso al quale, però, il vescovo di Assisi, dà pennellate di luce e speranza; luce e speranza che arrivano dal Vangelo. È da lì che bisogna ripartire, come fecero le prime comunità cristiane. Monsignor Sorrentino evidenzia in più capitoli il bisogno di mettere mano ai meccanismi della vita ecclesiale che portano il peso della storia, mentre hanno bisogno dell’agilità del Vangelo. La fragilità della società contemporanea, delle sue relazioni, dei suoi valori e della sua economia è emersa con tutta la sua preoccupante evidenza proprio in occasione della pandemia da Coronavirus che ha colpito il mondo intero. Non poteva mancare quindi un capitolo dedicato a questo evento straordinario, imprevisto e imprevedibile che ha costretto a ripensare tutta la vita. Di fronte a tante sciagure monsignor Sorrentino chiude con la stessa speranza che Francesco invoca nel Cantico di Frate Sole negli ultimi giorni di vita e che può essere racchiusa in tre parole chiave: contemplazione, spogliazione, ricostruzione.

“Il volume abbozzato da tempo – afferma il vescovo - ha trovato proprio nel forzato blocco della pandemia la possibilità di venire alla luce. Il titolo, Crisi come grazia” si riferisce in generale alla crisi che sperimentiamo a tanti livelli nella Chiesa e nella società. Un titolo che calza a pennello con la situazione che stiamo vivendo, e che ci invita a guardare, nonostante tutto, lontano e a nutrire, nonostante tutto, speranza. Abbiamo passato l’inverno dei rami spogli e del terreno chiuso come una tomba. Ma i semi – spiega monsignor Sorrentino - muoiono per germogliare e c’è una nuova primavera alle porte. È questo il messaggio di speranza che vorrei lasciare soprattutto ai sacerdoti, ai quali il libro è dedicato. Un messaggio di speranza che non poggia su una illusoria coscienza della nostra forza. In questi mesi della pandemia, specie agli inizi, quando la ‘curva’, come ci siamo abituati a dire, si impennava, generando un incredibile stillicidio di bare, ci siamo tante volte scambiato l’augurio ‘tutto andrà bene’. Un augurio che, come credenti, abbiamo posto nel quadro della speranza cristiana, ricordando che – conclude il vescovo - tutto va bene soltanto quando tutto, persino la croce, è vissuto in Dio”.

“Un libro – conclude il vescovo – che dà uno sguardo alla nostra situazione generale di Chiesa e di società per interrogarci insieme su cosa il Signore ci chiede in questo momento. Veniamo da un momento di crisi a tanti livelli, ma il Signore sa trasformare tutto in grazia”.

 

LE SPOGLIAZIONI DELLA VITA CI SERVONO PER MIGLIORARE IL NOSTRO CAMMINO”

ASSISI – “Qui Francesco ha interrotto il suo percorso di vita orizzontale, legato alle realtà terrene, per iniziare quello verticale, proteso alle realtà celesti. Qui si è spogliato di ciò che passa per abbracciare quello che resta”. Lo ha detto l’arcivescovo monsignor Edgar Peña Parra, sostituto per gli affari generali della Segreteria di Stato della Santa Sede, durante la santa messa celebrata domenica 24 maggio, solennità dell’Ascensione, nel Santuario della Spogliazione per l’anniversario della sua istituzione, avvenuta nel 2017.

Nella sua omelia l’arcivescovo Peña Parra ha sottolineato che “questo luogo ci ricorda che non si può fare posto pienamente al Signore senza spogliarsi di qualcosa: occorre togliere i nostri abiti interiori vecchi per rivestirci della sua novità. Questo tempo cari fratelli ci ha spogliato di tante certezze, privando molti di beni anche essenziali. E ciò è sicuramente un male. Tuttavia, le situazioni inferte dalla vita possono avere un ruolo nel cammino. Ci ricordano che la vita non va sprecata, inseguendo cose che ora ci sono e domani svaniscono. Ci ricordano che, per quanto ci affanniamo, la vita, a cui non possiamo aggiungere un solo istante non è nelle nostre mani”.

All’inizio della celebrazione il vescovo della diocesi di Assisi – Nocera Umbra – Gualdo Tadino, monsignor Domenico Sorrentino, ha affermato che il Santuario della Spogliazione, ultima perla di Assisi è in qualche modo la più originaria. “Qui – ha detto – otto secoli fa Francesco sigillò il suo cammino di conversione. L’icona della spogliazione porta insieme due cardini della sua spiritualità: la radicalità evangelica e l’ecclesialità”. Monsignor Sorrentino ha inoltre ricordato che “questo luogo è oggi impreziosito dalla tomba del venerabile Carlo Acutis, che vedremo presto beatificato, testimone di santità giovanile nell’epoca digitale”. Infine il vescovo ha precisato che “oggi festa dell’Ascensione e festa del Santuario della Spogliazione, noi ripartiamo anche rispetto alla pandemia che sta sconvolgendo il mondo. Riproviamo a camminare. Da qui – ha concluso - un pensiero speciale al Santo Padre nel quinto anniversario della Laudato Si’, l’enciclica sulla custodia del Creato legata fin dal nome al nostro Santo”.

Prima della celebrazione l’arcivescovo monsignor Edgar Peña Parra è stato guidato da monsignor Sorrentino in visita nella sala della Spogliazione dove ha potuto ammirare le opere iconografiche in essa custodite. La visita è proseguita nell’area del chiostro e dell’antico ingresso al palazzo vescovile per concludersi con il percorso nel “Museo della Memoria, Assisi 1943-1944”, dove è allestita l’esposizione che ripercorre il salvataggio degli ebrei nascosti nella città serafica durante la seconda guerra mondiale.

Di seguito l'omelia dell'arcivescovo monsignor Edgar Peña Parra

ANNIVERSARIO DEL SANTUARIO DELLA SPOGLIAZIONE DI ASSISI

Sabato 16 maggio presentazione in streaming del libro curato da Elisabetta Lo Iacono; previste due messe: il 17 maggio a porte chiuse e domenica 24 maggio con il sostituto per gli affari generali della Segreteria di Stato, mons. Edgar Peña Parra

ASSISI – “#Nulla di proprio. Dalla spogliazione per ricominciare”. È il titolo del programma di iniziative che si terranno, in questo tempo di emergenza da coronavirus nel rispetto delle normative anti contagio da Covid-19, sabato 16, domenica 17 e domenica 24 maggio in occasione dell’anniversario dell’inaugurazione del Santuario della Spogliazione, istituito nel 2017. La tre giorni si aprirà sabato 16 maggio alle ore 11 con la presentazione, in diretta streaming, del libro “Frate Francesco e la spogliazione” a cura di Elisabetta Lo Iacono, pubblicato da Edizioni francescane italiane. Intervengono il vescovo della diocesi di Assisi – Nocera Umbra – Gualdo Tadino, monsignor Domenico Sorrentino; Elisabetta Lo Iacono, curatrice del volume; padre Domenico Paoletti, vicario del Sacro Convento di Assisi. Modera Rosario Carello, giornalista della TGR Lazio. La diretta potrà essere seguita sulla pagina Facebook della Diocesi di Assisi-Nocera-Gualdo, sulla pagina Frate Indovino, sulla pagina San Francesco d’Assisi e su Maria Vision (in Umbria canale 602).

Domenica 17 maggio alle ore 11 ci sarà la santa messa nel Santuario della Spogliazione presieduta dal vescovo Sorrentino, trasmessa in diretta streaming dalla pagina Facebook della Diocesi e su Maria Vision.

Domenica 24 maggio alle ore 11 la santa messa nel Santuario della Spogliazione, secondo le misure di sicurezza previste dal protocollo tra Cei e governo che disciplina gli accessi, sarà presieduta dall’arcivescovo monsignor Edgar Peña Parra, sostituto per gli affari generali della Segreteria di Stato della Santa Sede.

Cerimonia di accoglienza del saio di Padre Pio

COMUNICATO STAMPA

Esposto al Santuario della Spogliazione, domenica 5 agosto alle ore 11 santa messa celebrata dal vescovo Sorrentino e partenza per La Verna

ULTIMO GIORNO PER VISITARE IL SAIO DI PADRE PIO AD ASSISI

Padre Matteo Siro: “La via della santità oggi è ancora possibile”

ASSISI – È stata una processione orante e molto raccolta quella che ha accompagnato il saio delle stimmate di Padre Pio da Pietrelcina dalla Basilica di Santa Chiara, dove è stato accolto nel pomeriggio di venerdì 3 agosto, al Santuario della Spogliazione. “Questo saio è la Parola che il Signore dice a noi quest’oggi”. Lo ha detto padre Matteo Siro, ministro provinciale dei frati minori cappuccini dell’Umbria, durante la cerimonia di accoglienza della reliquia di San Pio nel Santuario della Spogliazione. “Il saio che vediamo quest’oggi – ha aggiunto – è la stoffa che ha coperto il corpo di Padre Pio e di cui lui ha voluto fortemente ricoprirsi, per dire a se stesso e alla Chiesa intera che era una persona spogliata di tutto. Un uomo che ha voluto fare della povertà, della sequela al Signore, dell’esempio di Francesco, della vita evangelica il pentagramma su cui è suonata la melodia della sua vita. È bello – ha aggiunto – che mentre Padre Pio indossava quell’abito il Signore metteva la firma, rappresentata dalle ferite del suo amore, sul corpo del Santo. Queste stimmate sono il segno che contraddistingue il suo sacerdozio e questo è il vestito per tutti noi. Ringraziamo il Signore per questi doni – ha concluso – che si moltiplicano nelle mani della Chiesa”. All’inizio della cerimonia Padre Matteo ha sottolineato che la via della santità oggi è ancora possibile, non è una realtà troppo lontana da noi. “Questo appello alla santità – ha precisato – non è rivolto ad alcuni privilegiati, ma ad ognuno di noi. Non è lusso né presunzione, ma invito fatto direttamente da Dio ad ogni credente. Accogliamo con gioia la testimonianza di San Pio da Pietrelcina – ha concluso – e apriamo le porte a Dio che bussa alla porta della nostra vita ”.

Come da programma sabato 4 agosto alle 17 verrà recitato il santo rosario e alle ore 18 sarà celebrata la santa messa. Alle ore 21 Fra Luciano Lotti, segretario generale dei gruppi di preghiera di Padre Pio tratterà il tema “Francesco e Pio: spogliati dall’uomo vecchio, rivestiti di Cristo”. Domenica 5 agosto alle ore 11 ci sarà la santa messa presieduta dal vescovo diocesano monsignor Domenico Sorrentino.

Assisi, 04 agosto ’18

 

L’abito delle stimmate di San Pio da Pietrelcina

“NELL’ABITO DI SAN PIO DOBBIAMO VEDERE LE PIAGHE DI GESÙ E FARLE NOSTRE”

Il vescovo Sorrentino durante la celebrazione che ha concluso il pellegrinaggio di San Pio ad Assisi

ASSISI – “La celebrazione di oggi si arricchisce di un segno importante: l’abito che San Pio da Pietrelcina portava quando ha ricevuto le stimmate dal Crocifisso”. Lo ha detto il vescovo della diocesi di Assisi-Nocera Umbra-Gualdo Tadino, monsignor Domenico Sorrentino all’inizio della celebrazione eucaristica che ha concluso il pellegrinaggio del saio delle stimmate di Padre Pio nel Santuario della Spogliazione, domenica 5 agosto, giorno del centenario della transverberazione di Padre Pio, ossia della condivisione della Passione del Signore nella ferita del costato. “I Santi – ha sottolineato il vescovo durante l’omelia – sono nostri fratelli e hanno fatto il nostro cammino, pertanto guardandoli possiamo metterci sulle loro orme. Ogni santo è una realtà a se che porta la nostra umanità. San Pio ha trovato pienamente il suo riposo in Dio. Tutta la sua vita riposa in Dio ed è colma di Dio. Gesù è diventato il suo abito e la sua stessa vita. Dobbiamo vedere in questo abito le piaghe di Gesù e farle nostre ”. Al termine della santa messa sono seguiti i saluti e ringraziamenti di padre Matteo Siro, ministro provinciale dei frati minori cappuccini dell’Umbria e di fra Carlos Acácio Gonçalves Ferreira, rettore del Santuario della Spogliazione, il luogo che ricorda la spogliazione di Gesù vissuta dalla testimonianza di Francesco. È seguita la testimonianza di un cantante e musicista argentino che ha deciso di dedicare i suoi talenti per divulgare tramite la musica il messaggio di Gesù Cristo e in modo particolare di San Pio e che ha raccontato come “dal primo giorno in cui Padre Pio è apparso nella mia vita non se ne è mai andato e mi ha accompagnato fino ad oggi”. Il saio accompagnato dai frati cappuccini di San Giovanni Rotondo è partito al termine della celebrazione per raggiungere il Santuario de “La Verna”.

 

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Il premio nobel Yunus al Santuario della Spogliazione

Giornata conclusiva con il cardinale Baldisseri al quale sono stati presentati i risultati del questionario sottoposto ai giovani della diocesi: San Francesco la figura più amata

L’inventore del microcredito moderno ha esortato i giovani: “Siete dei super esseri umani perché avete la tecnologia nelle mani ma non smettete di sognare”

ASSISI – Si è conclusa, domenica 20 maggio, con la presenza del premio Nobel per la pace 2006 Muhammad Yunus, economista e banchiere bengalese ideatore e realizzatore del microcredito moderno, la seconda edizione della settimana della Spogliazione. Yunus è intervenuto al dibattito con i giovani dando speranza alle nuove generazioni ed incitandole a “costruire il nuovo mondo”. Come da programma alla giornata conclusiva era presente il cardinale Lorenzo Baldisseri, segretario generale del Sinodo dei Vescovi che, in mattinata ha presieduto la celebrazione eucaristica e nel pomeriggio è intervenuto alla  tavola rotonda dal titolo “La condizione giovanile, una chiesa che si interroga” insieme al vescovo di Assisi – Nocera Umbra – Gualdo Tadino monsignor Domenico Sorrentino, a padre Enzo Fortunato, direttore della Rivista San Francesco e a Piero Felice Damosso, caporedattore centrale Tg1 mattina e allo stesso Yunus.

Il cardinale Baldisseri dopo aver illustrato i lavori preparatori del Sinodo dei giovani che la Segreteria generale sta svolgendo, è intervenuto sui risultati del questionario sottoposto a circa trecento ragazzi della diocesi di Assisi-Nocera Umbra-Gualdo Tadino e diviso in quattro macro-aree: fede, famiglia, cura e Chiesa dal quale emerge che i genitori sono il punto di riferimento dei giovani, che il papa è al quinto posto nella classifica delle figure più credibili e San Francesco il più amato tra le figure di fede. “Questa è una esperienza molto bella – ha detto Baldisseri – che si aggiunge alle altre di questi quasi due anni di preparazione al Sinodo sui giovani, per i giovani, con i giovani, il Sinodo dei giovani. Così papa Francesco mi ha detto di dire. In quasi due anni di lavori abbiamo voluto che fossero i giovani i soggetti, non gli oggetti di studio e diventassero i protagonisti. Ciò che ho ascoltato – ha precisato – è in linea con il lavoro che abbiamo fatto e ascoltato a livello mondiale”. Soffermandosi sulla necessità di un linguaggio appropriato per i giovani, aspetto messo in evidenza anche da padre Enzo Fortunato nell’introduzione, il cardinale ha sottolineato che: “non occorre l’ecclesialismo, ma un linguaggio diretto. I giovani non vogliono sostantivi, ma verbi, parole concrete, non vogliono teoria ed astrazione, ma cose pratiche. Essi sono concerti e vogliono un linguaggio. Il linguaggio dei giovani è quello che si utilizza specialmente attraverso i media, i mezzi di comunicazione”. Il cardinale Baldisseri soffermandosi poi sulle vocazioni ha evidenziato che “c’è un desiderio di spiritualità molto forte”.

Nel suo intervento Yunus ha spiegato il concetto da lui creato di “social business. Il capitalismo tradizionale – ha precisato – basa la sua azione sull’interesse personale, mentre il social business basa la sua crescita sulla crescita personale. L’essere umano è proteso ad avere cura di sé, mentre il capitalismo è basato sull’interesse. Il social business è il business creato, il business tradizionale è stato creato per prendersi cura dell’interesse. Il sistema che noi pratichiamo tutti i giorni nella nostra vita quotidiana ci porterà verso un disastro. È come una bomba a tempo, può esplodere da un momento all’altro questa crisi irreversibile. Il capitalismo – ha aggiunto – intrepreta l’essere umano in altro modo. Ogni essere umano è stato creato per essere un essere umano prima di tutto. La cosa naturale per l’essere umano è diventare imprenditori di se stessi. Questo sistema capitalista ci spinge all’opposto. Io non sono un cercatore di lavoro, ma un datore di lavoro. Tanta gente viene a trovarci con un’idea di business plan. Abbiamo deciso di investire nei ragazzi nelle idee che i ragazzi ci portano. Ai giovani diciamo ‘sei una persona speciale perché ci hai portato questa idea’. Voi siete dei super umani perché avete la tecnologia nelle vostre mani. Ma dovete immaginare il mondo che volete creare. Se voi immaginate qualcosa questa cosa si realizzerà. Se voi mai immaginate qualcosa, non realizzerete mai nulla”. Dopo la tavola rotonda Yunus ha visitato la sala della Spogliazione e il Museo della Memoria, da poco inaugurato al vescovado.

Il Santuario della Spogliazione. Ostello spirituale per i giovani che arrivano ad Assisi

Lo ha detto il cardinale Baldisseri durante l’omelia alla messa di Pentecoste

ASSISI – “Quello in cui ci troviamo vuole essere, del resto, proprio un “ostello” spirituale per i giovani, soprattutto per quelli che si recano in pellegrinaggio ad Assisi in cerca del senso della loro vita, con l’amara percezione che spesso la società contemporanea, appesantendoci di tante cose ci priva in realtà di noi stessi”.

È questo uno dei passaggi dell’omelia pronunciata dal cardinale Lorenzo Baldisseri, Segretario generale dei Vescovi durante la celebrazione eucaristica di domenica 20 maggio al Santuario della Spogliazione.

Omelia