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Cerimonia di accoglienza del saio di Padre Pio

COMUNICATO STAMPA

Esposto al Santuario della Spogliazione, domenica 5 agosto alle ore 11 santa messa celebrata dal vescovo Sorrentino e partenza per La Verna

ULTIMO GIORNO PER VISITARE IL SAIO DI PADRE PIO AD ASSISI

Padre Matteo Siro: “La via della santità oggi è ancora possibile”

ASSISI – È stata una processione orante e molto raccolta quella che ha accompagnato il saio delle stimmate di Padre Pio da Pietrelcina dalla Basilica di Santa Chiara, dove è stato accolto nel pomeriggio di venerdì 3 agosto, al Santuario della Spogliazione. “Questo saio è la Parola che il Signore dice a noi quest’oggi”. Lo ha detto padre Matteo Siro, ministro provinciale dei frati minori cappuccini dell’Umbria, durante la cerimonia di accoglienza della reliquia di San Pio nel Santuario della Spogliazione. “Il saio che vediamo quest’oggi – ha aggiunto – è la stoffa che ha coperto il corpo di Padre Pio e di cui lui ha voluto fortemente ricoprirsi, per dire a se stesso e alla Chiesa intera che era una persona spogliata di tutto. Un uomo che ha voluto fare della povertà, della sequela al Signore, dell’esempio di Francesco, della vita evangelica il pentagramma su cui è suonata la melodia della sua vita. È bello – ha aggiunto – che mentre Padre Pio indossava quell’abito il Signore metteva la firma, rappresentata dalle ferite del suo amore, sul corpo del Santo. Queste stimmate sono il segno che contraddistingue il suo sacerdozio e questo è il vestito per tutti noi. Ringraziamo il Signore per questi doni – ha concluso – che si moltiplicano nelle mani della Chiesa”. All’inizio della cerimonia Padre Matteo ha sottolineato che la via della santità oggi è ancora possibile, non è una realtà troppo lontana da noi. “Questo appello alla santità – ha precisato – non è rivolto ad alcuni privilegiati, ma ad ognuno di noi. Non è lusso né presunzione, ma invito fatto direttamente da Dio ad ogni credente. Accogliamo con gioia la testimonianza di San Pio da Pietrelcina – ha concluso – e apriamo le porte a Dio che bussa alla porta della nostra vita ”.

Come da programma sabato 4 agosto alle 17 verrà recitato il santo rosario e alle ore 18 sarà celebrata la santa messa. Alle ore 21 Fra Luciano Lotti, segretario generale dei gruppi di preghiera di Padre Pio tratterà il tema “Francesco e Pio: spogliati dall’uomo vecchio, rivestiti di Cristo”. Domenica 5 agosto alle ore 11 ci sarà la santa messa presieduta dal vescovo diocesano monsignor Domenico Sorrentino.

Assisi, 04 agosto ’18

 

L’abito delle stimmate di San Pio da Pietrelcina

“NELL’ABITO DI SAN PIO DOBBIAMO VEDERE LE PIAGHE DI GESÙ E FARLE NOSTRE”

Il vescovo Sorrentino durante la celebrazione che ha concluso il pellegrinaggio di San Pio ad Assisi

ASSISI – “La celebrazione di oggi si arricchisce di un segno importante: l’abito che San Pio da Pietrelcina portava quando ha ricevuto le stimmate dal Crocifisso”. Lo ha detto il vescovo della diocesi di Assisi-Nocera Umbra-Gualdo Tadino, monsignor Domenico Sorrentino all’inizio della celebrazione eucaristica che ha concluso il pellegrinaggio del saio delle stimmate di Padre Pio nel Santuario della Spogliazione, domenica 5 agosto, giorno del centenario della transverberazione di Padre Pio, ossia della condivisione della Passione del Signore nella ferita del costato. “I Santi – ha sottolineato il vescovo durante l’omelia – sono nostri fratelli e hanno fatto il nostro cammino, pertanto guardandoli possiamo metterci sulle loro orme. Ogni santo è una realtà a se che porta la nostra umanità. San Pio ha trovato pienamente il suo riposo in Dio. Tutta la sua vita riposa in Dio ed è colma di Dio. Gesù è diventato il suo abito e la sua stessa vita. Dobbiamo vedere in questo abito le piaghe di Gesù e farle nostre ”. Al termine della santa messa sono seguiti i saluti e ringraziamenti di padre Matteo Siro, ministro provinciale dei frati minori cappuccini dell’Umbria e di fra Carlos Acácio Gonçalves Ferreira, rettore del Santuario della Spogliazione, il luogo che ricorda la spogliazione di Gesù vissuta dalla testimonianza di Francesco. È seguita la testimonianza di un cantante e musicista argentino che ha deciso di dedicare i suoi talenti per divulgare tramite la musica il messaggio di Gesù Cristo e in modo particolare di San Pio e che ha raccontato come “dal primo giorno in cui Padre Pio è apparso nella mia vita non se ne è mai andato e mi ha accompagnato fino ad oggi”. Il saio accompagnato dai frati cappuccini di San Giovanni Rotondo è partito al termine della celebrazione per raggiungere il Santuario de “La Verna”.

 

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Il premio nobel Yunus al Santuario della Spogliazione

Giornata conclusiva con il cardinale Baldisseri al quale sono stati presentati i risultati del questionario sottoposto ai giovani della diocesi: San Francesco la figura più amata

L’inventore del microcredito moderno ha esortato i giovani: “Siete dei super esseri umani perché avete la tecnologia nelle mani ma non smettete di sognare”

ASSISI – Si è conclusa, domenica 20 maggio, con la presenza del premio Nobel per la pace 2006 Muhammad Yunus, economista e banchiere bengalese ideatore e realizzatore del microcredito moderno, la seconda edizione della settimana della Spogliazione. Yunus è intervenuto al dibattito con i giovani dando speranza alle nuove generazioni ed incitandole a “costruire il nuovo mondo”. Come da programma alla giornata conclusiva era presente il cardinale Lorenzo Baldisseri, segretario generale del Sinodo dei Vescovi che, in mattinata ha presieduto la celebrazione eucaristica e nel pomeriggio è intervenuto alla  tavola rotonda dal titolo “La condizione giovanile, una chiesa che si interroga” insieme al vescovo di Assisi – Nocera Umbra – Gualdo Tadino monsignor Domenico Sorrentino, a padre Enzo Fortunato, direttore della Rivista San Francesco e a Piero Felice Damosso, caporedattore centrale Tg1 mattina e allo stesso Yunus.

Il cardinale Baldisseri dopo aver illustrato i lavori preparatori del Sinodo dei giovani che la Segreteria generale sta svolgendo, è intervenuto sui risultati del questionario sottoposto a circa trecento ragazzi della diocesi di Assisi-Nocera Umbra-Gualdo Tadino e diviso in quattro macro-aree: fede, famiglia, cura e Chiesa dal quale emerge che i genitori sono il punto di riferimento dei giovani, che il papa è al quinto posto nella classifica delle figure più credibili e San Francesco il più amato tra le figure di fede. “Questa è una esperienza molto bella – ha detto Baldisseri – che si aggiunge alle altre di questi quasi due anni di preparazione al Sinodo sui giovani, per i giovani, con i giovani, il Sinodo dei giovani. Così papa Francesco mi ha detto di dire. In quasi due anni di lavori abbiamo voluto che fossero i giovani i soggetti, non gli oggetti di studio e diventassero i protagonisti. Ciò che ho ascoltato – ha precisato – è in linea con il lavoro che abbiamo fatto e ascoltato a livello mondiale”. Soffermandosi sulla necessità di un linguaggio appropriato per i giovani, aspetto messo in evidenza anche da padre Enzo Fortunato nell’introduzione, il cardinale ha sottolineato che: “non occorre l’ecclesialismo, ma un linguaggio diretto. I giovani non vogliono sostantivi, ma verbi, parole concrete, non vogliono teoria ed astrazione, ma cose pratiche. Essi sono concerti e vogliono un linguaggio. Il linguaggio dei giovani è quello che si utilizza specialmente attraverso i media, i mezzi di comunicazione”. Il cardinale Baldisseri soffermandosi poi sulle vocazioni ha evidenziato che “c’è un desiderio di spiritualità molto forte”.

Nel suo intervento Yunus ha spiegato il concetto da lui creato di “social business. Il capitalismo tradizionale – ha precisato – basa la sua azione sull’interesse personale, mentre il social business basa la sua crescita sulla crescita personale. L’essere umano è proteso ad avere cura di sé, mentre il capitalismo è basato sull’interesse. Il social business è il business creato, il business tradizionale è stato creato per prendersi cura dell’interesse. Il sistema che noi pratichiamo tutti i giorni nella nostra vita quotidiana ci porterà verso un disastro. È come una bomba a tempo, può esplodere da un momento all’altro questa crisi irreversibile. Il capitalismo – ha aggiunto – intrepreta l’essere umano in altro modo. Ogni essere umano è stato creato per essere un essere umano prima di tutto. La cosa naturale per l’essere umano è diventare imprenditori di se stessi. Questo sistema capitalista ci spinge all’opposto. Io non sono un cercatore di lavoro, ma un datore di lavoro. Tanta gente viene a trovarci con un’idea di business plan. Abbiamo deciso di investire nei ragazzi nelle idee che i ragazzi ci portano. Ai giovani diciamo ‘sei una persona speciale perché ci hai portato questa idea’. Voi siete dei super umani perché avete la tecnologia nelle vostre mani. Ma dovete immaginare il mondo che volete creare. Se voi immaginate qualcosa questa cosa si realizzerà. Se voi mai immaginate qualcosa, non realizzerete mai nulla”. Dopo la tavola rotonda Yunus ha visitato la sala della Spogliazione e il Museo della Memoria, da poco inaugurato al vescovado.

Il Santuario della Spogliazione. Ostello spirituale per i giovani che arrivano ad Assisi

Lo ha detto il cardinale Baldisseri durante l’omelia alla messa di Pentecoste

ASSISI – “Quello in cui ci troviamo vuole essere, del resto, proprio un “ostello” spirituale per i giovani, soprattutto per quelli che si recano in pellegrinaggio ad Assisi in cerca del senso della loro vita, con l’amara percezione che spesso la società contemporanea, appesantendoci di tante cose ci priva in realtà di noi stessi”.

È questo uno dei passaggi dell’omelia pronunciata dal cardinale Lorenzo Baldisseri, Segretario generale dei Vescovi durante la celebrazione eucaristica di domenica 20 maggio al Santuario della Spogliazione.

Omelia

La santita non si misura dai peccati ma dal bene seminato nel solco della propria vita

Profonda catechesi del segretario generale della Cei monsignor Galantino al Santuario della Spogliazione

ASSISI – “Solo la consapevolezza della propria fragilità rende capaci non solo di avere compassione delle fragilità altrui, ma di avere comprensione delle ferite, della vulnerabilità di tutti e di nessuno”. Lo ha detto monsignor Nunzio Galantino durante la santa messa celebrata ieri al Santuario della Spogliazione di Assisi. “I richiami continui che Papa Francesco sta facendo a tutti, chiedendo di essere consapevoli delle proprie fragilità ci deve aiutare ad avvicinarci al fratello, alla sorella non con l’arroganza, non con la presunzione, ma veramente da fratello, da compagno di strada. Penso sia importante per ciascuno di noi saper guardare bene in fondo a noi stessi e anche in fondo a tutti coloro che incontriamo sulla nostra strada, ma guardare non per giudicare, non per infliggere condanne”. Riferendosi alle accuse mosse al Santo Padre per l’espressione ‘Chi sono io per giudicare’, il segretario generale della Cei ha parlato “della superficialità di quanti hanno avuto da ridire di fronte a questa espressione che invece vuol dire una cosa molto semplice: chi sono io per dire che la tua vita è compromessa una volta per sempre, che tu non puoi rialzarti, che la porta del cuore di Dio ti è chiusa in faccia. La frase del Pontefice vuole esprimere semplicemente questo concetto di fiducia nelle possibilità che ognuno di noi ha di mettersi in cammino, di mettersi in piedi. Dobbiamo stare attenti – ha sottolineato Galantino – a non rivestire davanti ai fratelli i panni del cane ringhioso messosi a guardia della porta del cuore di Dio. Non è questo il nostro compito, né di preti, né di frati, né di vescovi, né di buoni cristiani, né di religiosi. Saper guardare bene dentro se stessi senza autoflagellazioni inutili e saper guardare ad altre persone ferite che hanno bisogno comunque e sempre di uno sguardo che le rimetta in piedi. Non sentimenti effimeri, ma un consenso pieno alla vita. Il Signore quando chiama esige risposte generose, totalizzanti. Non dobbiamo essere ad intermittenza, ma dobbiamo essere generosi”.

Dopo la celebrazione eucaristica monsignor Galantino ha tenuto una catechesi su: “Spogliazione e testimoni di oggi” mettendo in evidenza che spogliazione significa “uscire dall’anonimato, uscire dal generico, dalla ripetitività. Entrando nel merito del tema che ha messo a fuoco la santità vissuta nel mondo contemporaneo, monsignor Galantino ha messo in evidenza che la santità richiede non ci chiede di copiare risposte che altri hanno dato. Nessuna vestizione o voto può sostituire la personalizzazione e interiorizzazione dell’incontro con Dio. Il santo non è contrario del peccatore, siamo tutti santi e peccatori – ha aggiunto – ; la santità non si misura sull’assenza o sul numero di peccati ma sul bene seminato nel solco della storia. Il bene quando è tanto esclude il peccato. Infine il santo è un uomo esagerato che non si arrende alla mediocrità, che non si arrende all’impossibile”.

 

Vivere la nudità per aprirsi all’incontro con Dio

Il vescovo di Rieti monsignor Domenico Pompili presiede la messa nel Santuario della Spogliazione

Presentato il libro di padre Maranesi, intensa catechesi di suor Elena Gozzi e padre Alceo Grazioli

ASSISI – “La fede è nuda perché può contare solo su se stessa”. Lo ha detto il vescovo di Rieti monsignor Domenico Pompili durante la celebrazione eucaristica di giovedì 17 maggio al Santuario della Spogliazione. “Quando Francesco si spoglia – ha precisato il vescovo – non sta semplicemente contestando le strutture socio-economiche che già al suo tempo mostravano evidenti storture, ma sta facendo comprendere che l’uomo per definizione è nudo, cioè non ha in sé la sua forza. L’uomo può però riconoscere come Francesco, al termine di un lungo cammino, questa sua condizione senza lasciarsi distrarre da inutili surrogati che lo distolgono dalla sua creaturalità, perché l’essere creatura in realtà è il nostro punto di forza. Da questa percezione della nostra nudità accettata e non rifiutata nasce l’abbandono in Dio che è l’unico antitodo a due forme, oggi molto diffuse, nella nostra società che sono da un lato l’aggressività e dall’altro il vittimismo, due facce della stessa medaglia. Laddove non si accetta la condizione creaturale si diventa aggressivi, perché si pensa di scaricare sull’altro le colpe di tutto ciò che non va oppure si diventa vittime, cioè persone che si autocompiangono. In entrambi i casi non si accetta la nostra condizione che è quella di essere nudi. Noi dobbiamo assumere il compito di vivere la nudità. La nudità -ha continuato – è la condizione per cui l’uomo non si chiude in se stesso, ma si apre in questa invocazione della salvezza. Solo chi è in questo stato di nudità ha la capacità di non ripiegarsi su se stesso, di non contare su presunte forme di protezione esteriore e perciò di aprirsi all’incontro con Dio”. Al termine della celebrazione eucaristica è seguita la presentazione del libro intitolato “Chi è mio Padre? La spogliazione di Francesco d’Assisi e Pietro di Bernardone” di padre Pietro Maranesi. Mentre in serata padre Alceo Graziani e suor Elena Gozzi hanno affrontato il tema del discernimento nell’arte. “Non c’è discernimento senza combattimento”. Lo ha precisato padre Alceo all’inizio della catechesi durante la quale ha anche anche spiegato come si compie la discrezione per Francesco. “La sua discrezione – ha spiegato – si compie nell’adorare la croce, nello spogliarsi per seguire Cristo, nel passaggio dall’amaro alla dolcezza, ricercando il tesoro nella grotta, nel combattimento, dialogando con il Padre sui desideri più profondi del cuore, nel restituire tutto all’Altissimo e nella misericordia con i fratelli”. Suor Elena Gozzi ha spiegato che l’arte ci permette di vedere con i nostri occhi il discernimento di Francesco ed ha indicato il percorso che ognuno di noi deve attraversare spiegandone il significato attraverso l’illustrazione delle vele che si trovano sopra l’altare maggiore della Basilica Inferiore di San Francesco. “Queste vele – ha sottolineato – sono una miniera di spiritualità e di teologia”.

 

 

“Inauguriamo il santuario naturale di San Francesco”

“Il nuovo Santuario nasce come una profezia per una società più equa”. Sono queste le parole espresse da monsignor Domenico Sorrentino, vescovo della diocesi di Assisi – Nocera Umbra – Gualdo Tadino durante la conferenza stampa di presentazione del programma di inaugurazione del Santuario della Spogliazione tenutasi martedì 2 maggio presso il Convento dei Frati Minori Cappuccini a Perugia. “Questo è un Santuario – ha aggiunto il vescovo – che può parlare alla cristianità e alla società perché si interroghino; la Chiesa e la società infatti si devono interrogare anche su quale tipo di futuro costruire. Da 800 anni è il Santuario naturale di San Francesco, in esso Assisi ritrova le origini dell’avventura di Francesco”.

Sono seguiti gli interventi di padre Matteo Siro ministro provinciale dei frati minori Cappuccini e fra Carlos Acácio Gonçalves Ferreira, rettore del nuovo Santuario che è stato istituito formalmente con un decreto del vescovo presso la chiesa di Santa Maria Maggiore, accanto al vescovado, e affidato appunto ai frati minori Cappuccini.

Durante la conferenza stampa è stata presentata la ricca settimana di eventi in programma dal 14 al 21 maggio ad Assisi. Oltre alla cerimonia ufficiale fissata per sabato 20 maggio sono previsti importanti momenti di preghiera, cultura, di approfondimento della spogliazione ieri ed oggi grazie alla presenza di rilevanti personalità del mondo economico, imprenditoriale, ed ovviamente religioso a cominciare dal cardinale Pietro Parolin, segretario di Stato di Sua Santità,  che presiederà la santa messa di domenica 21 maggio.

Il logo del Santuario

Il logo si struttura intorno all’evento centrale della spogliazione di Francesco. Francesco si è spogliato e il vescovo Guido lo riveste. Questo evento viene letto in chiave teologica. Francesco si spoglia del vestito e delle cose del padre secondo la natura, perché riconosce il Padre secondo la fede. In questo suo gesto c’è l’assunzione matura del battesimo. Si tratta di spogliare l’uomo vecchio e rivestire l’uomo nuovo che è Cristo, il che vuol dire vivere la propria umanità al modo di Cristo, cioè da figli.

Marko Ivan Rupnik

Una dettagliata illustrazione teologica di P. Marko Ivan Rupnik sulla simbologia  del logo è riportata nel testo:  Il Santuario della Spogliazione – La Chiesa di Santa Maria Maggiore e il Vescovado di Assisi (sempre con il rimando alla finestra documenti – pubblicazioni ) da cui è stato estratto il testo sopra citato.